Oggi, 2 anni fa, moriva un grande e straordinario critico d'arte, Philippe Daverio che, insieme ad un altro grande del settore, Federico Zeri, ha contribuito largamente alla conoscenza dell'arte nel suo senso più alto e completo.
@Ci1812
@marilovesgr33n
@vanabeau
@Andrea_V_73
@MaurilioVitto
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“Il fulcro della crisi attuale del pensiero critico sta nella confusione semantica, nella difficoltà di sapere che cosa siano oggi scultura, pittura, fotografia e installazioni, il teatro o le performance. Diventa necessario ridare un significato alle parole che usiamo.” - P.D.
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Come non essere d'accordo?
Nel ridare ordine codificato alla semantica si elimina la bruttura del caos degli ignoranti e si ridà armonia ai significati dei termini.
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Daverio era trascinante: aveva un modo unico di raccontare l’arte che non poteva non affascinare. Cultura e classe in perfetta sintonia con le bellezze che ci proponeva. Una grande perdita per tutti coloro che lo seguivamo, ma la memoria di tanti insegnamenti 🌹
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Proprio così.
Questo è il carisma, quell'intraducibile e inafferrabile fascino che ogni tanto qualcuno possiede come dono naturale e che travalica perfino la competenza in materia.
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#PhilippeDaverio
ha portato l'arte in televisione rendendola fruibile a un grande pubblico
I critici d'arte che mi hanno appassionato per gli studi che ho intrapreso sono Robero Longhi,Giulio Carlo Argan, Calvesi, Berenson e anche Sgarbi che io trovo eccezionale in questa veste
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Due grandi comunicatori. Hanno sperimentato nuove vie per parlare d“arte a un pubblico non specializzato. Ambedue erano profondi conoscitori della materia e uomini colti. Non come qualche altro personaggio, noto solo per polemiche e comparsate circensi.