Questa è una storia d'amore tra le più belle esistenti. E ha come sfondo la maestosa Etna (che per noi è fimmina) e tantissima mitologia.
Polifemo, ciclope che viveva nel vulcano, era follemente innamorato di Galatea. Lei era una delle 50 ninfe del mare, chiamate Nereidi...
Se aprite Google Maps e andate sopra Catania, noterete che molti dei paesi attorno alla città iniziano con il nome di Aci.
No, non è colpa della poca fantasia dei catanesi, ma è tutto legato a una leggenda del luogo.
La leggenda del pastorello Aci e della ninfa Galatea.
Ciò rese inutili le avances del ciclope verso la ninfa, che aveva occhi solo per Aci.
Una sera, illuminati dalla luna, Aci e Galatea vennero visti da Polifemo mentre si baciavano. Che accecato dalla rabbia e dalla gelosia decise di vendicarsi. Appena Galatea si tuffò in mare...
Polifemo prese un enorme masso di pietra lavica e lo scagliò contro il povero Aci, schiacciandolo. Quando Galatea scoprì il fatto, andò subito dove si trovava il povero corpo martoriato del suo amato e pianse tutte le lacrime che aveva in corpo.
Giove e tutti gli altri dei ebbero pietà del dolore della povera ninfa, e allora decisero di trasformare il sangue del giovane Aci in un piccolo fiume che dall'Etna sarebbe sfociato fino al tratto di mare dove i due amanti consumavano il loro amore.
Gli antichi greci chiamarono il piccolo fiume Akis.
Lungo il fiumiciattolo, nei pressi di Capo Mulini, c'è una piccola sorgiva dal colore rossastro chiamata "u sangu di Jaci" (il sangue di Aci) proprio per il suo colore.
E così finisce la leggenda sul nome Aci...
Ma un'ulteriore leggenda popolare narra che il corpo del povero Aci fu smembrato in nove parti, che poi furono sparpagliate nei nove punti in cui sono nate le varie cittadine e paesi che portano il suo stesso nome
Questi nove luoghi si chiamano:
Acireale
Aci Castello
Aci Catena
Aci San Filippo
Aci Platani
Aci Santa Lucia
Aci Bonaccorsi
Aci Sant'Antonio
E infine Aci Trezza, tanto amata da Verga, che qui ha ambientato il racconto de "I Malavoglia".
Oggi, a quei pochi che mi leggono con interesse, voglio raccontare la leggenda di Colapesce.
"La genti lu chiamava Colapisci
pirchì stava ‘nto mari comu ‘npisci
dunni vinia non lu sapìa nissunu
fors’ era figghiu di lu Diu Nittunu"